da “Mi sei piaciuta felicità”
BOLOGNA LA CITTA’ DEL JAZZ
Bologna è la dotta dal grande blasone , Bologna è (stata) la città del jazz –
I memorabili festival degli anni sessanta e settanta al Teatro Comunale sono stati formidabili –
Tutti i più grandi Band-Leaders neri e bianchi americani , hanno suonato in città tranne Sonny Rollins –
I vecchi pionieri tramandano per il godimento delle nuove generazioni aneddoti leggendari fioriti in quegli anni ineguagliabili –
Ma se la passione dei “vecchi” per il jazz è intatta e l’interesse tra i giovani è perfino in crescita ,
è anche palpabile la consapevolezza che l’età dell’oro sia finita per sempre –
E’ il 1987 –
Io non so quasi nulla di jazz ma in agosto ho promesso a Chet Baker che ha suonato a N.S.T. e si è fermato una settimana in vacanza ,che gli organizzerò un concerto entro l’anno in Teatro a Bologna –
Promessa mantenuta : il 10 dicembre Chet suona al Teatro delle Celebrazioni di Bologna : il teatro è stracolmo , la critica è buona ; è il mio primo concerto a Bologna : ho superato l’esame che mi aveva tenuto in ambasce –
Scopro la cittadella bolognese del jazz : Nardo Giardina e la Cantina della Doctor Dixie Jazz Band in via Cesare Battisti aperta il venerdì a pochi fortunati catecumeni di stretta osservanza ortodossa …
Conosco Alberto Alberti dal temperamento esuberante… ;ma Alberto ha molte benemerenze , ha dato molto al jazz a Bologna e all’Italia ; ha anche fondato Umbria Jazz con Carlo Pagnotta e in Italia se vuoi Miles Davis devi trattare con lui
Conosco Sandro Berti Ceroni che produce Steve Grossman il sassofonista americano che giovanissimo ha suonato con Miles Davis e che oramai vive a Bologna ; e poi Cicci Foresti che si è defilato e fa la spola tra Bologna e Nairobi ; Gianni Grassilli campione di pazienza e virtuoso dei suoni ; Gherardi e Barbieri che gestiscono un club in una casa del popolo in via della Birra dove al bar servono ostriche e champagne; i Baroni brothers e Serrazanetti sono ancora di là da venire con il “Chet Baker” e “La Cantina Bentivoglio” ; Gianni Fenara che all’Osteria della Chiesa ospita a cena chiunque venga a suonare a Bologna ; Jimmy “Ballando”Villotti e Antonio Marangolo li conosco già : l’estate vengono a suonare con Paolo Conte a Giurdignano –
I critici recensiscono severi dai loro giornali quel poco che accade in città –
La loro scrittura è immaginifica come certe etichette di vino per palati sublimi ; io non ci capisco nulla e mi spavento o mi viene da ridere , a seconda dell’umore…-
Mi chiedo perchè occorra raccontare la musica più squisitamente popolare al mondo con un linguaggio da eruditi noiosi che si parlano addosso , perchè renderla così incomprensibile , elitaria e quindi impopolare –
Intanto assisto a conflitti accesi e faziosi in città : gli ortodossi e gli eretici del jazz si danno addosso con reciproca disistima ; ma il clima in fondo è goliardico : siamo pur sempre a Bologna –
Gli addetti ai lavori – dall’ego ipertrofico – si accendono come loggionisti del Regio ; hanno una gran nostalgia di jazz in teatro , ma nessuno vuol spendere una lira o un ghello ,come dicono qui ; raccontano che gli sponsor ti umiliano : “quando va bene pochi spiccioli e fuori dai piedi “ e quanto ai politici : “cosa vuoi mai che a loro importi del jazz”;
Così in città ,la città del jazz dice mestamente addio ai grandi Maestri che intanto invecchiano e qualcuno se ne va all’altro mondo –
Quanto a me – dopo quel primo concerto con Chet – mi piacerebbe provare ancora ; ma un concerto in teatro costa un occhio e i cachet delle star americane si pagano in dollari molto pesanti –
Mi do da fare a caccia di sponsor che credano sul serio al valore di questa musica e un po’ la amino e nel ‘90 – in aprile – la Banca CRT che è appena arrivata in città , mi permette di costruire la prima rassegna al Teatro Testoni con Betty Carter – Steve Coleman – Paul Bley e Phil Woods –
Niente male per partire : ingaggio tre esperti…del ramo ( io sono neofita e non parlo l’inglese) dal cattivo carattere –
Ma il gioco oramai mi è chiaro e vado avanti da solo ; se ho incertezze consulto Nardo Giardina che è la memoria storica di Bologna e sa tutto di jazz –
Arrivano sponsor affidabili che investono poco ma sono costanti : Mercedes Italia , WP Lavori in Corso , Conad Nord Est –
Si vedono sempre più spesso in città manifesti , locandine e pieghevoli con fondo nero e stampa in rosso , molto belli , che annunciano rassegne jazz di primavera o d’autunno in teatro –
Cinque o sei concerti all’anno ma di gran qualità dal 1988 al 2000 ; molte leggende dell’età dell’oro tornano qui –
Colleziono e subisco anch’io , come gli addetti ai lavori sanno bene , le intemperanze divistiche da parte di certe star americane (richieste incredibili dell’ultima ora , dettagli insignificanti ma di decisiva importanza…per creare tensione : la misura degli specchi dei camerini – il catering differenziato per culto religioso , solo acqua di una certa marca e non altre , la limousine americana che in Italia non c’è …) –
Dal Modern Jazz Quartet a Gerry Mulligan , da Brubeck a Grappelli ; Mc Coy Tyner e Max Roach ; Betty Carter e Dee Dee Bridgewater ; J.J.Johnson , Jim Hall , Sonny Rollins (finalmente a Bologna) e Zawinul tra gli altri ; tra i nuovi talenti : Redman , Frisell , Scofield , Coleman , Galliano , Michel Petrucciani (del quale produco con Sandro Berti Ceroni l’ultima tournèe italiana), Brad Mehldau e poi la crema degli artisti italiani : Fresu e Rava ; Rea e Pieranunzi , Di Battista e Boltro , Tommaso , Basso ,Arigliano e molti altri –
Fino all’ultima rassegna al Teatro delle Celebrazioni per “Bologna 2000 Città Europea della Cultura”, con l’Associazione Metropolis –
Mi concedo anche qui qualche virata imperdibile verso la musica d’Autore (Leo Ferrè – Paolo Conte – Caetano Veloso – Madredeus – Avion Travel – Gianmaria Testa – Giorgio Conte – Fiorella Mannoia – Patty Pravo ) –
Alla fine vanno in scena in Teatro almeno 50 “eventi” tra rassegne e concerti a Bologna Ferrara , Firenze e Roma –
Ma forse è stato Sonny Rollins il fiore all’occhiello del mio lavoro a Bologna –
Il “Colosso del Sax” arriva in città per la prima volta in concerto il 28 ottobre 1993 ; terrà il suo unico concerto italiano alla Sala Europa del Palazzo dei Congressi –
Più di 1600 paganti (è proprio vero il teatro più bello è quello gremito di pubblico) ascoltano il torrenziale Rollins che suona per più di tre ore e sembra non voler smettere mai come scriverà Vittorio Franchini inviato del Corriere della Sera –
Nell’età d’oro del jazz a Bologna , Sonny Rollins era stato l’unico gigante ad aver dato forfait ; quella sera “il Colosso del sax”era finalmente qui per colmare quel vuoto appagando l’antico desiderio degli appassionati –
Quando tutto è finito – nel 2000 – sono uscito in punta di piedi dal “rutilante mondo del jazz” bolognese così com’ero entrato , senza risentimenti , senza rimpianti –
Al contrario conservo molti ricordi tra i più gratificanti e intensi della mia vita –
Quando incontro qualcuno la vecchia litania si rinnova :”in questa città non succede più nulla”-
Ma non c’è da fidarsi , la gente è distratta e ha poca memoria…